Ragion d'Essere

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lunedì 28 giugno 2010

La dottrina delle virtú

Cosi’ ogni gioia troppo viva e’ un errore, un’illusione, perche’ nessun desiderio soddisfatto puo’ renderci a lungo felici, e perche’ ogni nostro bene, ogni nostra felicita’ non ci sono concessi che a caso e per un tempo che a nessuno e’ noto, possono dunque da un momento all’ altro esserci di nuovo strappati. Ogni dolore deriva dallo svanire di una tale illusione: la gioia e la sofferenza nascono dunque l’una e l’altra da una conoscenza erronea: ecco perche’ tanto il giubilo (persona che esulta/gioisce) quanto il dolore restano estranei al saggio, di cui nessun avvenimento riesce a turbare. Bisogna ponderare bene, distinguere le cose che dipendono da noi da quelle che non ne dipendono, e non far assegnamento alcuno su queste ultime; in tal modo si e’ sicuri di liberarsi totalmente dal dolore, dalla sofferenza e dalle angosce. Ora la sola cosa che dipende da noi e’ la volonta’; ecco la via per cui si passo’ a poco a poco alla vera dottrina della virtu’: facendo notare che mentre i mali e i beni (esterni) ci vengono dal mondo esteriore indipendenti da noi, viceversa la gioia e lo scontento interiore sono opera della nostra volonta’.
  
Il mondo come volonta’ e rappresentazione”, A. SCHOPENHAUER

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