Ragion d'Essere

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É un luogo di riflessione.

mercoledì 30 giugno 2010

Herdelezi

Qui c’è un palazzo, un palazzo grande
con mille finestre grigie che danno sul nulla
e ad ogni finestra è affacciato un bambino con gli occhi vuoti
e da ogni finestra esce un rantolo d’animale
e tutt’intorno girano gli sciacalli
e non cresce l’erba
no, non cresce l’erba.

Qui c’è un quartiere di case di lamiera
un campo per profughi di nessuna guerra
e tra un container e l’altro sono stesi i fili
e le donne appendono gli abiti ad asciugare
ed il sole sorge e tramonta ed arriva domani
e domani ancora ed il quartiere resta
un quartiere di lamiera - anche nei sogni.

Qui c’è un altro palazzo maestoso
con un atrio fresco d’estate
ed una grande cartina dell’Europa e dell’Africa
e in Europa l’Italia è nera
ed in Africa la Libia è nera
e l’Eritrea è nera
ed il nero è l’Impero, il delirio di ieri
il delirio di oggi.

Qui c’è un palazzo ancora come un termitaio
pieno di buchi con gente che riempie carte
una macchina zoppicante e rumorosa
che si pretende cuore e motore
radice e fondamento:
ed ecco, in un buco s’infila l’assessore
ed urla per l’appalto che gli sfugge
e s’impone latrando come un cane.

Ho addosso la città come una crosta
l’ho dentro come un cancro che s’allarga
invano cerco un volto che sia volto
una schiena non curva una parola
non corrotta una voce che sia limpida
un poveraccio che non sia mafioso
un pensionato che non sputi odio
nei quattro passi della sua mattina
un prete che non semini menzogna
un politico che non sia la fogna
della città, ma uomo insieme ad uomini.

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