Assalto al potere in Lombardia
Enrico De Alessandri, Comunione e Liberazione: Assalto al potere in Lombardia, BePress Edizioni, 2010.
Enrico De Alessandri, autore del saggio Comunione e liberazione: Assalto al potere in Lombardia si è assunto un compito gravoso: far da voce a un disagio diffuso, condiviso, figlio di una situazione, un contesto, noto ai più, ma apertamente denunciato da pochissimi. De Alessandri si assume l'onere di fare luce, esporre un noto ai più, un rimosso. Si sa, ma non si può dire. Il libro di De Alessandri è un pamphlet che finalmente viene a mostrare apertamente il funzionamento di una rete radicatissima di potere che dalla Presidenza della Regione Lombardia si espande, grazie a nomine e appalti, verso il mondo imprenditoriale, sanitario e scolastico della Lombardia, regione più ricca d'Italia. Da voce a quel "si sa" tante volte udito, mai espressamente denunciato. La rete di potere impersonificata da Roberto Formigoni, attuale presidente della regione Lombardia e attuale per la quarta volta candidato alla medesima presidenza, CL e il suo braccio imprenditoriale rappresentato dalla Compagnia delle Opere, ha assunto, negli ormai quindici anni di gestione formigoniana della regione, estensione enorme. Tramite uno scritto, pubblicato sul Corriere Della Sera il 7 giugno del 2005, alcuni esponenti dell'allora Forza Italia impegnati in regione (Podestà, Pisani, Fiori, Triscari, Colli) hanno denunciato apertamente l'influenza di Comunione e Liberazione, evidenziando come "Il ruolo e il potere che hanno assunto Formigoni e il sistema connesso di Comunione e Liberazione e della Compagnia delle Opere determinano la quasi totalità delle scelte politiche e amministrative, di fronte a un peso elettorale che non raggiunge un decimo dei voti di Forza Italia.". E' noto nei corridoi degli ospedali lombardi il detto "se non si è ciellini non si diventa primari", ed è il più evidente sintomo di un clima opprimente che costringe preventivamente al silenzio ogni tentativo di denuncia. Ciellini sono i vertici delle ASL, degli ospedali pubblici e i vertici delle Fondazioni. Esempio più eclatante quello del Niguarda di Milano dove le nomine dei primari provengono direttamente dal direttore generale Cannatelli, "ciellino e formigoniano di ferro", grazie alla nuova normativa che affida direttamente ai dg il potere di scegliere e nominare i primari. Il sistema si ritrova sviluppatissimo anche nell'assegnazione di appalti per lavori pubblici e nella società per azioni creata dalla regione, Infrastrutture Lombarde, attraverso la quale la Presidenza della Regione controlla tutti le concessioni in fatto di appalti, escludendo il Consiglio dalle decisioni in merito. Grazie a questo meccanismo si è potuto assistere, scrive De Alessandri, al consolidamento di un potere assoluto che influenza tutta l'attività della Regione, ottenuto nel nome di una minoranza facente parte di un gruppo religioso "decapitando, con una sistematicità degna di un Cromwell, i vertici della dirigenza regionale e sostituendoli con esponenti di Comunione e Liberazione", di cui Formigoni è il principale esponente politico in Lombardia. Si è così potuto assistere, e De Alessandri dimostra precisamente fatti, nomi e nomine, alla sistematica occupazione, da parte di esponendi di CL, dei principali gangli del potere in Lombardia, creando, tra l'altro, pericolose derive fondamentaliste. Anche qui il caso del Niguarda è emblematico: in virtù delle nomine cielline, tutti i ginecologi assunti presso l'ospedale milanese sono antiabortisti e obiettori e rendono così difficile l'applicazione della legge sull'aborto. De Alessandri fornisce altri esempi eclatanti, come quello relativo alla Cittadella della formazione di Crema, gestita dalla Fondazione Charis, facente parte di CL, per la quale la Regione ha stanziato 4,5 milioni di euro, a fronte dei 400 mila euro stanziati, invece, per il restyling di tutte le scuole pubbliche dell'intera provincia di Cremona. De Alessandri cita studi universitari (dell'università di Chicago, Padova e Trieste) redatti da eminenti cattedre di Sociologia e Storia delle Religioni che delineano per CL tratti di "setta" e "fondamentalismo". In Lombardia, grazie alla rete di potere precisamente messa in luce dal libro di De Alessandri, si è potuto assistere alla sistematica occupazione da parte di Comunione e Liberazione dei principali snodi del potere della regione, il cui fatturato raggiunge i 20 miliardi di euro. Una netta minoranza, nel nome di una comune appartenenza ad un movimento religioso dai tratti fondamentalisti ha potuto assumere il controllo di settori fondamentali della regione, quali la sanità, influenzandone apertamente il corretto funzionamento. La situazione si perpetua ormai da più di quindici anni. Enrico De Alessandri è stato Direttore del Centro Regionale Emoderivati della Lombardia e lavora attualmente presso l'Assessorato Sanità. Per aver pubblicato il libro che qui recensiamo ha subito la sanzione disciplinare della sospensione dal lavoro
da LEITMOTIV
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